I pensieri conducono agli scopi, gli scopi si realizzano nell’azione, le azioni formano le abitudini, le abitudini plasmano il carattere, e il carattere stabilisce il nostro destino.
Tryon Edwards
Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui sentiamo che ci manca qualcosa; qualcosa di basilare, qualcosa di serio, qualcosa che “una volta ce l’avevo e stavo meglio”. Un momento di vuoto, di inerzia mentale, in cui ti manca quella fiamma. Capita a tutti.
Mi voglio soffermare, in questo articolo, su uno degli aspetti che incidono maggiormente quando viviamo periodi simili. La P.N.L. e il mental coaching in particolare, offrono numerosi strumenti e prospettive pratiche per leggere e affrontare attivamente momenti simili, e noi, quest’oggi, affronteremo uno di questi punti chiave.
Se hai vissuto, o vivi, momenti in cui ti senti meno sicuro di te, in cui hai più paura di ciò che potrebbe capitare e non sapresti come comportarti, in cui tutto ti sembra oscuro e poco attraente, forse un momento caratterizzato da quanto successo di negativo in passato (remoto o recente), un’esperienza spiacevole, una serie di faccende andate diversamente da come ti aspettavi…stai affrontando un periodo di insicurezza personale. La fiducia nei tuoi mezzi e nelle tue possibilità è diminuita e non ti senti più ‘capace di…’, sei meno propenso ad agire, a provare, a metterti in gioco, a ‘credere’ in sé. Una convinzione comune in questi casi è chiedersi: “E se dovessi sbagliare?”. Tutto viene considerato da un punto di vista svantaggiato e negativo.
Io credo sia normale.
Non credo invece che sia normale accontentarsi di ciò, credere che sia quanto meritiamo e abituarsi a ragionare in questi termini, come se fosse una cosa definitiva che non dipende da noi perché tanto, noi, ormai, più di così, non possiamo fare. Abituarsi a fare (o non fare) qualcosa è la chiave che porta al successo personale. In qualunque ambito. Ti ricordo che per ‘successo’ intendo in ‘fare succedere’, participio passato: avere le capacità di gestire le cose e sviluppare quelle abilità che ancora ci mancano per assumere il controllo della nostra vita, carriera, professione…
Nei periodi di bassa autostima e poca fiducia di sé è importante che impariamo a porci dei micro obiettivi: non tanto per grandezza del traguardo in sé e per sé, quanto piuttosto all’estensione temporale. Se senti che sei insicuro di te e delle tue azioni future, è necessario che colmi questo ‘vuoto’! E un primo passo, che puoi iniziare a compiere fin da subito, ora, è quello di stabilire (con te stesso) delle abitudini, ossia gesti e comportamenti ripetuti con costanza nel tempo, che una volta rispettate ti faranno sentire meglio appunto perché sei stato capace di portarle a compimento.
Il più delle volte che un cliente mi spiega come fa ad aver ‘perso’ fiducia in sé, è perché egli ha modificato le proprie azioni, i propri modi di agire e di affrontare le giornate. Diamoci degli impegni, dei veri e propri piani di azione, delle scalette da mantenere…e…manteniamole! Partiamo dalla prima cosa che mi viene in mente, forse la più comune: ognuno di noi sa, e se non lo sa è invitato a calibrarsi, di quante ore di sonno necessita il proprio organismo per essere attivo, concentrato e carico durante la giornata? Tu lo sai? Le rispetti? Rispetti te stesso in questo? Magari la sera vai a letto una-due ore più tardi perché tanto il giorno dopo “non ho molto di diverso dal solito da fare”, o “ma si, prendo due caffè in più”, o “cosa vuoi che sia, reggo bene lo stesso”..eccetera…invece poi il giorno dopo rimpiangi di non averti dato quel riposo in più che il tuo corpo richiedeva e ora ne paghi le conseguenze, nonostante il caffè doppio!
Ricorda che vivere con mentalità Kaizen significa vivere facendo tanti piccoli e costanti miglioramenti, giorno per giorno. Se ogni sera ripeti lo scenario che ti ho descritto poco fa, a fine mese sono 30-60 ore in meno di sonno, all’anno 10.950-21.900 ore in meno: e come credi che sia la qualità del tuo lavoro, dei tuoi rapporti, della tua salute, della tua crescita, della tua carriera, se ogni giorno vieni a ‘tradirti’ non rispettando quanto tu stesso richiedi? Quanto potrebbe costarti in termini di carriera, ad esempio, il non presentarti al lavoro al 100% del tuo potenziale per 330 giorni all’anno? Come pensi che si possa ripercuotere su di te, e sulle tue convinzioni, sulla fiducia in te stesso?
Nella vita abbiamo tutti bisogno di piccole ma costanti conferme, minime ma regolari sicurezze, che vengano direttamente da noi stessi sono quelle più potenti: perchè esse dipendono direttamente da noi, perché possiamo controllarle e siamo noi che in seguito andiamo ad agire nel mondo, siamo noi che determiniamo il nostro destino in base alle nostre decisioni, come dice Anthony Robbins. Se desideriamo un destino piacevole, costruito dalle nostre capacità, e siamo però i primi a non permetterci di credere in noi stessi…ci autosabotiamo!
Abituiamoci a darci delle scadenze, delle tappe, degli impegni personali da mantenere (con noi stessi) nelle nostre giornate; cose che ci facciano stare bene e ci avvantaggino, ovviamente. Una volta rispettate e mantenute, possiamo premiarci se vogliamo, e permetterci di fare qualcosa che sappiamo di desiderare. Prova a ricordare come ti sei sentito in un momento simile, le sensazioni che provavi, le convinzioni che avevi, e poi metti in atto quanto ti suggerisco in questo articolo per un periodo di tempo utile: ad esempio almeno 15 giorni. La tua vita ne trarrà giovamento! Rifletti su qualche aspetto che potrebbe essere gestito meglio da te, qualcosa che magari facevi meglio una volta, qualcosa che “Se la facessi starei meglio, ma,,,” e togli il “ma”. Limitati a mantenere questi impegni, datti dei premi se vuoi, e sii di parola con te stesso. Puoi aiutarti scrivendoti questi micro obiettivi da qualche parte, dove solo tu puoi leggere. E firma il foglio. Dai la tua parola e garantisci il tuo impegno. Come un vero contratto. Prova, e fai il paragone con le sensazioni, le convinzioni, e i ricordi annotati precedentemente. Come ti senti ora?
Con Passione,
Nicola P.
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