“La forza mentale fa parte del carattere, non si può studiare a tavolino.
Si è forti di testa se si riesce a rimanere sereni e divertirsi
anche quando le cose non vanno bene, e se si
riesce a non perdere mai la fiducia in
se stessi e nel lavoro
di squadra.”
Valentino Rossi
Dopo il GP in Qatar 2013 credo sia doveroso scrivere in merito alla gioia che il Dottore è tornato a regalare a tutti gli sportivi (nessuno escluso) che vivono sul pianeta Terra. E’ vero anche, allo stesso tempo, che il pensiero esegue una breve sosta ai box, e in questo pit-stop cerca di fare un assemblaggio utile di tutte le fasi e gli spunti che Valentino Rossi ci ha saputo regalare (per chi li voglia vedere) in questi ultimi 2 anni di una carriera MOSTRUOSA, che lo inserisce honoris causa nell’olimpo degli sportivi più forti di tutti i tempi. Valentino Rossi nasce Aprilia, poi sale sulla Honda e si mette in gioco in Yamaha. Che assomigliava più a un triciclo, all’epoca. Dopodichè un’altra sfida: la rossa italiana. E un ritorno non in Honda. Sull’ex triciclo, corretto dal Dottore, così bene che neanche House.
Non sono qui per, e non è mio interesse ora, ricordare CHI E’ e CHE COSA sia stato capace di fare e di vincere questo fenomeno, tantomeno le sfide che HA DECISO di volere (e potere) affrontare.
Ci vuole RISPETTO e INTELLIGENZA.
– Rispetto: per il campione, la storia e l’uomo.
In pochi (forse) avrebbero deciso di cambiare 4 moto nelle condizioni in cui lui si trovava (campione del mondo) e che lui stesso aveva potuto creare (Yamaha). ValeRossi46 è uno con 3 cose: CONVINZIONI IN SE STESSO, CAPACITA’ e PIACERE IN QUELLO CHE FA.
Non credete a chi millanta che “uno così forte ci nasce”: uno così forte ci diventa. Le biografie e le storie personali servono a questo: Valentino si è fatto (da sempre) un mazzo così per diventare Il Dottore. Non si è mai adagiato sulla vittoria conquistata, ma sulla vittoria da conquistare. E’ QUESTA LA DIFFERENZA. Lui stesso lo sostiene e lo spiega: “Sono il migliore, è vero. Io però penso ancora a migliorare. Quando credi di essere perfetto vuol dire che sei finito.”
Per il suo palmares c’è wikipedia, quello che mi interessa evidenziare qui è la sua convinzione di potere e dovere sempre migliorare, di mettersi in gioco e divertirsi in quello che si fa.
E quelle non sono nella culla accanto al biberon quando nasci.
– Intelligenza: perché non è che se nella propria Vita le cose durano poco, allora deve valere così per tutti. Se no saremmo tutti uguali. E Valentino non è uguale a nessuno. Ma non per magia o dono divino: PERCHE SI È PREPARATO AD ESSERE COSI. La superiorità l’ha costruita. Viviamo in un mondo dove si sente parlare con enorme prevalenza di quello che NON possiamo fare, di quello che NON andrà mai bene, eccetera.
In merito ti invito a porti questa domanda: CHI LO DICE? SECONDO CHI?
La storia ci insegna che chi ha ottenuto successo nella propria vita (sportivi, inventori, scrittori, politici, imprenditori, e via dicendo) c’è riuscito perché ha avuto la capacità di credere che in lui ci fosse qualcosa di più grande delle circostanze, di ciò che gli altri dicevano, degli esempi passati, e così via.
Ti invito semplicemente a riflettere su questo campione, sulla sua carriera, sulle sue scelte e le sue convinzioni grazie alle quali oggi è forse lo sportivo italiano più amato e ammirato.
Ho voluto dedicare il primo articolo a Valentino Rossi perché sono convinto si tratti di una splendida metafora per comprendere appieno i concetti espressi fin qui.
Il titolo di questo articolo dovrebbe diventare un mantra, al futuro, per ognuno di noi.
Nelle interviste dopo la gara troviamo la conferma di quanto affermato finora: “Dentro il casco sorridevo, li vedevo davanti a me e sorridevo ancora di più perché sapevo di poter salire sul podio.”
E in pensione, ci manda gli altri.
Nicola Pacchetti
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